Week end in Valle d’Itria: 3 paesi per 3 province. Quello che vi proponiamo non è un rompicapo né un’impresa da folli, ma un itinerario molto denso (e romantico) che ci guida nel cuore della Puglia – la Puglia bianca e verde dei trulli e delle masserie, la Puglia dell’olio buono e del vino bianco.
La Valle d’Itria è una conca che abbraccia il territorio di Cisternino, un piccolo borgo in provincia di Brindisi, il territorio di Martina Franca, elegante cittadina barocca della provincia di Taranto, e quello di Locorotondo, il paese bianco e perfettamente circolare della città metropolitana di Bari. Tre gioielli per tre diverse province pugliesi, accomunati da centri storici-labirinto imbiancati a calce e da una campagna circostante rigogliosa in cui la vegetazione di macchia, fatta di lecci e oleastri, si alterna agli ulivi, ai vigneti, agli orti. A noi la Valle d’Itria piace molto perché ci fa sentire a casa e perché ci racconta di una Puglia che non è solo mare – anche se lo guarda dall’alto senza mai perderlo di vista.
1. Week end in Valle d’Itria: Cisternino
Tramonto fra vicoli e fornelli
Partiamo da questo piccolo paese in provincia di Brindisi che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia ed è stato insignito della bandiera arancione del Touring Club. Il centro storico è un gomitolo di vicoli capricciosi il cui accesso principale si ha dalla Porta Grande, ma noi che facciamo tutte le cose al contrario entriamo dalla Porta Piccenne (cioè piccola). Perdere la bussola fra slarghi, stradine, antichi palazzi e gallerie è per noi il massimo dei piaceri. Non amiamo le mappe, il GPS ancora meno. Procediamo a tentoni attratti dal suono delle campane, dalle voci in fondo a una strada, dal rosso acceso di un geranio al davanzale. E così, quasi per caso, giungiamo alla bella piazza Vittorio Emaneule III, in cui, fra qualche impalcatura (peccato!) e molte insegne spunta elegante la Torre dell’Orologio.
E sempre così, vagando senza meta, svolta dopo svolta, attraversiamo i diversi quartieri del paese vecchio la cui toponomastica dipinta sulla sommità di un arco o sulla facciata delle case ci elettrizza. Passeggiamo fino alla Chiesa Madre che svetta poco distante da Piazza Garibaldi. La chiesa sembra moderna, ha una facciata neoclassica, frutto di una ricostruzione, ma la struttura interna è molto più antica, risale al Medioevo e mostra la Madonna col Cardellino del 1517, l’opera più importante del Rinascimento pugliese.
Il tramonto
Il tramonto a Cisternino non si può sbagliare. Quando cala la sera dopo i lunghissimi pomeriggi di prima estate bisogna trovarsi nel posto giusto e godersi il crepuscolo aranciato dove è più suggestivo. E la villetta del Monterrone a due passi dalla Chiesa Madre è proprio ciò che serve. Con la sua balconata panoramica che si affaccia sulla Valle d’Itria ci permette di assistere allo spettacolo del sole che allunga i suoi ultimi raggi sulla distesa di ulivi e trulli, sulle case bianche sparpagliate nella campagna a perdita d’occhio. Così accogliamo la sera che ha in serbo per noi altre sorprese.
La carne arrostita
Per primo arriva l’odore della carne arrostita, poi le piccole luci da fili rampanti, le insegne, infine la scoperta nei vicoli (a cui si torna sempre, che non ti lasciano andar via) dei fornelli sulla strada. Le antiche macellerie arrostiscono le loro specialità e ti permettono di gustarle sul posto, ai tavolacci allestiti per la strada. È un’esperienza obbligatoria. Il profumo intenso, la convivialità che si respira fra risate e chiasso non ti concederanno deviazioni. Il nostro consiglio è quello di assaggiare bombette e gnumeredd, rispettivamente involtini di carne di maiale ripieni di canestrato e spiedini di interiora di agnello. Trascorrere qui la serata sarà piacevole così come pernottare in uno dei tantissimi B&B del centro storico o negli agriturismi appena fuori porta che offrono spesso sistemazioni dotate di tutti i comfort nei tradizionali trulli. Al risveglio sarete pronti per una nuova tappa: Martina Franca che dista da Cisternino solo 10 km e, se non avete a disposizione un’auto, è ben collegata dagli autobus.
2. Week end in Valle d’Itria: Martina Franca
Alla scoperta del barocco per caso
Cambiamo paese. Cambiamo provincia. La città di Martina Franca, in provincia di Taranto, ha un’aria signorile. Non è un borgo ma ha una zona antica affascinante, impreziosita dal barocco. Entriamo nel centro storico da Porta di Santo Stefano sul limitare dell’elegante piazza XX Settembre. Si avverte subito una sensazione di opulenza. Numerosi alla vista sono i palazzi signorili dai balconi in ferro battuto, ipnotiche le linee sinuose delle ringhiere e i racemi decorativi. Il barocco spunta qui e là per caso, sugli architravi di un portone, sulle cornici marcapiano ondulate o sui fregi delle finestre, e ci guida nella settecentesca Basilica di San Martino dove si mescola al rococò dei decori.
E quando sembra che Martina abbia già raccontato tutte le sue storie, ecco che spunta piazza Maria Immacolata, una quinta architettonica neoclassica a forma di semi-ellisse e scandita da una serie di arcate comunemente chiamate i Portici, ed è di nuovo bellezza. E anche relax. Qui ci fermiamo e andiamo in cerca di un’osteria o di una salsamenteria. Martina Franca da anni promuove la pratica dello slow food e noi non possiamo non accogliere l’offerta. In una piazza così scenografica e accompagnati dal rintocco delle campane guastare qualche prelibatezza è una coccola irrinunciabile. Cosa vi consigliamo? Indubbiamente il capocollo di Martina Franca che si scioglie in bocca, un insaccato di suino molto speziato, dal sapore a lungo rilascio.
È ora di ripartire per la terza tappa del viaggio, Locorotondo, che dista da Martina Franca solo 6 Km ed è ben collegata con autobus e treni delle Ferrovie del Sud Est.
3. Week end in Valle d’Itria: Locorotondo
Un aperitivo in bianco
Trascorriamo il pomeriggio che precede il ritorno a Locorotondo, un paesino a pianta circolare della città metropolitana di Bari, che fa parte dei borghi più belli d’Italia. Prima di immergerci nella parte antica ci affacciamo alla terrazza panoramica a pochi passi dalla villa. Scorgiamo in lontananza le città che abbiamo già visitato, Cisternino a sinistra, Martina Franca di fronte.
Il centro storico imbiancato a calce è caratterizzato da tipiche casette col tetto a capanna dette “Cummerse” che si aggrappano le une alle altre in un dedalo di viuzze lastricate. Molte di loro sono oggi alloggi attrezzati e alberghi diffusi. Altrettanto numerose sono le chiesette e le cappelle dall’aspetto semplice che spuntano d’improvviso dopo una svolta, ai lati di una stradina. Luoghi di silenzioso raccoglimento con pochi banchi e qualche fiore sull’altare. Ci fermiamo a fotografare il barocco palazzo Morelli e la torre dell’orologio.
Le case sembrano gareggiare fra loro, esibiscono i propri davanzali, mostrano scalinate ripide, scandite da vasi fioriti e ingressi abbelliti dall’immancabile pianta ornamentale. Ovunque è un tripudio di rossi e di fucsia. A Natale e a carnevale le strade principali sono state addobbate con installazioni di luci e festoni attirando molti turisti da ogni parte della regione, ma anche lontane dalle festività le stradine di Locorotondo sembrano in posa, graziose come sedicenni d’altri tempi con cappelli e gonne infiocchettate.
Ci attardiamo ai tavolini di un localetto grazioso con vista sulla Valle. Consumiamo un aperitivo a base di polpette e vino bianco locale, il venticello è piacevole e porta con sé le voci e le risate di un capannello di nonni appollaiati intorno a una panchina. È l’ora di tornare.
Valle d’Itria: come raggiungerla
Abbiamo terminato il nostro itinerario: “Week end in Valle d’Itria: 3 paesi per 3 province”. Tutte e tre le città, fra loro vicinissime, sono collegate con treni e autobus alle città di Bari e Brindisi e ai rispettivi aeroporti ricchi di voli low cost. Noleggiare un’auto è tuttavia la scelta più comoda perché permette di raggiungere agriturismi e B&B in masseria.
Conclusioni mon amour
Week end in Valle d’Itria: 3 paesi per 3 province. L’itinerario ci piace perché ci ha permesso di gustare la vita di provincia. Ci ha offerto i ritmi lenti e la convivialità di paese, un’attenzione al turista che non snatura la tipicità dei luoghi. Per chi ha tempi più distesi e resistenza fisica potrebbe essere interessante l’esperienza dello spostamento a piedi da una città all’altra (se ami i cammini leggi qui). Un attraversamento emozionale nella campagna pugliese, fra trulli, muretti a secco e masserie. Ma questa è un’altra storia … e si dovrà raccontarla in un altro post.
Tutto da scoprire. natura Ambiente storia cultura e tradizioni
Verissimo. Noi ci torniamo spesso e ogni volta scopriamo un vicolo, una finestra, un dettaglio diverso. O anche solo la luce che cambia nelle diverse stagioni.
Grazie per averci scritto