Ussita: una guida insolita, edita da Ediciclo nel luglio del 2020. Fa parte della nuovissima collana Nonturismo. Nonturismo è un progetto editoriale che ci ha colpito subito, a partire dal nome provocatorio. Il suo scopo è offrire ai viaggiatori il racconto di luoghi e di percorsi marginali. Dalle voci degli stessi abitanti. E grazie all’intervento di artisti, scrittori e fotografi che hanno incontrato il territorio per valorizzarlo col loro sguardo creativo. Le guide della collana prefigurano un turismo nuovo, non mainstream. Si rivolgono infatti a viaggiatori attratti da itinerari periferici, il cui valore è nelle storie e nei progetti di chi li abita. E li ama.
Al momento sono state pubblicate solo le prime due guide: Sant’Elia, Cagliari/ Il cookbook e Ussita, monti Sibillini. Deviazioni inedite raccontate dagli abitanti. La prima presenta un quartiere di Cagliari attraverso i suoi sapori; la seconda è l’opera che abbiamo deciso di recensire. In entrambe vi è un approccio ai luoghi dal basso che rende il discorso coinvolgente e anche spiazzante per il lettore che sta progettando un viaggio. Perché qui non c’è nulla che ricordi la razionale (e asettica) sequenza di informazioni tipica delle guide turistiche. La sequenza fittissima di informazioni nei tascabili Nonturismo è prima di tutto aneddoto, narrazione, invito alla bellezza semplice e casuale. Assaggio che vuole stimolare il viaggiatore ad accogliere storie, a tentare strade mai battute e … a perdersi. Se è vero che il viaggio è immersione in un altrove, smarrimento e costruzione di un’esperienza che, scombussolandoci, ci permette di conoscere territori nuovi.
Nonturismo ci dice questo: è giunto il tempo di raccontare la lateralità. Sia essa l’oscura periferia di una grande città. O la provincia dimenticata che si nasconde nel cuore ricco e tormentato dell’Italia.

Scheda
Titolo: Ussita. Deviazioni inedite raccontate dagli abitanti
Autore: collettivo
Casa Editrice: Ediciclo
Collana: Nonturismo
Anno: 2020
Pagine: 160
Prezzo: 16,00 £
Ussita: la struttura della guida
Ha le dimensioni di un quadernetto con gli orli arrotondati. Non sembra una guida ma un taccuino di appunti in cui i caratteri tipografici si mescolano e c’è spazio per le immagini e i disegni. Alcune parole galleggiano nell’interlinea o ai margini di una foto. Si rincorrono come voci. Hanno l’allegro disordine di un diario di viaggio. Eppure Ussita è un luogo ferito. Comune sparso della provincia di Macerata, nel cuore dei Monti Sibillini, è stato epicentro degli avvenimenti sismici dell’ottobre 2016 che ne hanno causato crolli e rovine.
Tutta la guida è percorsa da uno sguardo al passato e alle tradizioni che rivivono nelle storie, ma anche da una voglia di rinascita. Ussita infatti non vuole essere un borgo spopolato, non vuole diventare suggestivo borgo fantasma, meta di turismo scriteriato. Si proietta verso il futuro col dialogo, con i dubbi e con la ricerca dell’intera comunità che è vivace e consapevole. Immaginate i suoi abitanti riuniti nella Casetta Ruggeri che discutono animatamente su cos’è stata Ussita e cosa potrebbe diventare.
Il libro si presenta diviso in due itinerari: Vivo qui e Dalla Valle alle vette che comprendono rispettivamente otto e quattro percorsi. Fra i due itinerari si innesta un intermezzo curato da Augusto Ciuffetti, ricercatore e docente di storia economica e sociale all’Università politecnica di Macerata, sui Periodi d’oro di Ussita. A conclusione della guida leggiamo tre Visioni d’autore: racconti, pensieri sul futuro di Ussita fra speranze e timori. Insieme alle illustrazioni e alle foto d’autore, il contributo degli scrittori, fra cui il collettivo Wu Ming, rende la guida una piccola cosa preziosa.
Itinerario 1: vivere qui
Gli otto percorsi si snodano lungo le frazioni che compongono il comune e toccano luoghi carichi di memoria. Case, fontane, punti panoramici, ville, seconde case. Ci sono storie per ciascuna tappa. Ricette imperfette e persone. Poesie. Consuetudini perdute. Suggestioni che si sommano e nostalgie. In particolare, sono visibili i segni del terremoto. I vuoti, i cambiamenti repentini che l’evento naturale ha imposto all’ambiente e agli edifici. I percorsi possono essere completati tutti in giornata, sia a piedi che in auto (con qualche diversione in questo caso). Vivere qui ci porta a contatto con la quotidianità di Ussita.
Itinerario 2: dalla valle alle vette
Il secondo itinerario procede con quattro percorsi da fondovalle, precisamente da Fulminata, fino al Monte Bove passando per sette frazioni in un totale di 30 km di trekking. Ma il consiglio che ci viene dato è di usare il cuore e la fantasia. Attraversare le zone rosse del terremoto con il cuore aperto e ricettivo e l’attenzione che deve oscillare fra passato e presente e fra presente e futuro. Il lettore, infatti, non è un fruitore passivo. Può usare la guida come semplice punto di partenza per costruire la sua esperienza di viaggio in autonomia. Creativamente.
E non finisce qui. Attraverso codici a barre ciascuno può avere accesso all’applicazione Loquis che moltiplica lo spazio e i confini attraverso la realtà aumentata. Un libro oltre il libro quindi.
Ussita: guida collettiva e il suo stile
Non c’è uno stile. Ce ne sono tanti. Nella guida non troviamo il tono distaccato e razionale delle tradizionali guide di viaggio, ma una somma di voci che si accavallano e si confondono. Espressione di temperamenti diversi e vari punti di vista. Alla descrizione dei percorsi, infatti, si aggiungono le storie e gli aneddoti in cui fa capolino qualche parola in dialetto. Ed è come la battuta che ascolti nel bar della zona, ora pungente, ora bonaria. Che sa di casa e di accoglienza. Nonostante un’allegria familiare e scoppiettante vibra su tutto (e sempre) la corda della nostalgia, una malinconia leggera che s’insinua nella felicità ricordata o da ricostruire.
Lo stile è perciò volutamente connotativo, il ritmo incalzante, l’effetto disordinato. Il lettore si trova investito da un profluvio di racconti e di dettagli. E rischierebbe un’indigestione da abbuffata se non si desse sin da subito un freno cominciando a piluccare di qui e di là, magari seguendo l’istinto e dandosi delle pause.

Conclusioni mon amour
La collana Nontrurismo parla la stessa lingua del nostro Blog Provincia Mon Amour e scoprirla ci ha emozionato. Siamo perciò pronti a recensire tutte le guide che saranno pubblicate e che raccontano la provincia italiana nel quotidiano. Fuori dalle logiche di un turismo che spesso snatura i luoghi e fa dei borghi realtà posticce e plasmate dal marketing. Ussita è una guida che non si limita a descrivere paesaggi, ma spinge anche noi lettori a riflettere e a conoscere la comunità prima ancora che le bellezze paesaggistiche o le evidenze monumentali.
Ci ha colpito il giudizio severo che emerge nei confronti di turisti e visitatori. E ci ha colpito tutto ciò che c’è dietro alla redazione di quest’opera: dialogo, confronto, senso del collettivo. In una parola Amor Loci. La consigliamo a chi ha voglia di intraprendere un viaggio lento e non una vacanza, a chi ama l’Appennino con le sue storie di resistenza allo spopolamento. E a chi non ha paura di perdersi. Nei luoghi e nelle parole.
Voto: otto