Una domenica pomeriggio a Conversano per raccontare la vita di provincia nei giorni di festa, nei primi giorni d’estate. E per farvi conoscere questa elegante cittadina ricca di storia a soli 30 Km da Bari. Siamo nella bassa Murgia, su una collina dal morbido profilo, alta 219 metri sul livello del mare. L’Adriatico di qui dista solo 17 km e dall’alto, nei giorni sereni, lo puoi vedere con la sua striscia azzurra che sfuma oltre la piana degli ulivi. Bello, no?
Il Castello dei Conti d’Acquaviva Aragona di Conversano nella luce di un pomeriggio di inizio estate
Avevamo programmato di visitare il Castello dei Conti d’Acquaviva Aragona con la pinacoteca. Per noi non sarebbe stata la prima volta, ma desideravamo mostrarne le sale e le torri ai bambini che nei luoghi antichi, in sapore di Medioevo, sognano fiabe e principesse. E vanno in cerca di scheletri. Ma i nostri piani si sono, come sempre, confusi. E abbiamo improvvisato. Ne è scaturita una gita gustosa, fresca, dal sapore di provincia pugliese.
Conoscete la storia di Conversano?
La città ha origini antichissime, risale a un primo nucleo abitato dell’VIII – VII secolo di fondazione japigia o peuceta e chiamato Norba e dotato di poderose mura. Sotto i Romani perse la sua autonomia ma mantenne la sua ricchezza derivata da una posizione favorevole e da una certa vivacità economica. Scomparve nel V secolo d. C. e contemporaneamente riemerse con un nuovo toponimo, a fotografare una nuova realtà – il Casale Cupersanem che divenne nell’VIII secolo sede vescovile.
Ma è dalla metà dell’XI secolo, sotto i Normanni, che Conversano assunse un grande potere. Goffredo d’Altavilla ne fece infatti il centro di una vasta e potente contea. Nel XV secolo la contea passò nelle mani della casata d’Acquaviva Aragona che ne detenne il potere fino al 1806. Fra tutti i conti si distinse soprattutto il Guercio delle Puglie, Giangirolamo II, che nel XVII sec, fra dispotismo e sinistre leggende, seppe esercitare un generoso mecenatismo. La sua corte ospitò il noto pittore Paolo Finoglio che qui realizzò il suo ciclo di tele dedicate alla Gerusalemme liberata.
Ma non finisce qui. A Conversano tre poteri si incrociavano e si scontravano: il vescovo, il conte e la badessa del monastero di San Benedetto, chiamata Monstrum Apuliae. Costei deteneva un potere inusitato avendo ottenuto dal Papa Gregorio X il privilegio di indossare la mitra e il pastorale proprio come il vescovo. Tutto il clero le doveva obbedienza.
Conversano oggi è una cittadina elegante, con un ricco campionario di eventi legati al mondo della cultura o dell’enogastronomia.
Conversano: c’era una volta il castello
Immaginate un pomeriggio caldo e terso. Il castello con la sua ombra scura ci è apparso d’improvviso in Piazza della Concordia nella parte più alta della città, all’ingresso del centro storico e incorniciato dal verde di un parchetto con le scale per salire sul poggio e un anfiteatro pieno di ragazzini che giocavano a calcio.
È una struttura irregolare costruita nell’XI secolo come fortezza, ma modificata in seguito e ingentilita come palazzo signorile. Le torri sono tutte diverse. La più antica e la più alta è la Torre Maestra a base rettangolare, situata ad Ovest. Ve ne è poi un’altra sul lato opposto con finestre gotiche e un belvedere. Più recenti sono invece la torre poligonale dotata, in origine, di ponte levatoio dove forse un tempo si trovava l’ingresso del castello e la torre cilindrica del XV secolo. Una parte del castello è tuttora abitata. L’altra è visitabile e nell’antica galleria del quarto nobile ospita la pinacoteca civica con il ciclo di tele del Finoglio che ci portano fra gli scontri e gli amori dolenti di Tancredi e Clorinda (quanto ci piacciono!) nella Gerusalemme Liberata. Un’immersione fra gli ardori controriformistici e nel violento chiaroscuro che bene rappresenta lo scontro tra amore e morte.
La Pinacoteca era chiusa. Così pure il castello. Ai nostri bimbi non dispiaceva più di tanto. Avevano già adocchiato la villa. E là sono corsi.
Conversano, la villa e la domenica di provincia
Per cogliere l’indole di un paese bisogna fermarsi in una piazza o in una villa. Osservare e ascoltare in silenzio la città che parla.
La Villa Giuseppe Garibaldi con i suoi lecci, le panchine, gli anziani e le mura perimetrali che cingono il paese vecchio Una piccola cascatella di acqua lungo le mura perimetrali della villa Viale di lecci nella Villa Giuseppe Garibaldi
La Villa Comunale Giuseppe Garibaldi fiancheggia le mura medievali che cingono il centro storico della città. Qualche scatto alle fondazioni di una delle probabili porte delle mura megalitiche dell’antica Norba e a una cascatella che scrosciava a ritmo ipnotico e poi via, una corsa alle immancabili giostrine. La villa è il cuore della provincia. Seduti alle panchine, nell’ombra fitta e nel chiacchiericcio, grappoli di anziani si godevano il riposo. Il dialetto locale masticato con sicura consuetudine, il gesticolare che tradiva qualche bega bonaria, l’aria sazia. Più in là due donne bionde, di mezza età, dall’accento slavo sgranocchiavano semi di zucca e una coppia di giovani in calzoncini scivolavano lungo il viale dei lecci con due lunghi, slanciati levrieri. Dalle case graziose oltre le mura perimetrali si intravedeva una signora intenta a spazzare, un bambino annoiato che lanciava la palla al cielo e un gatto addormentato.
E sarà questa l’immagine della domenica pomeriggio a Conversano che ci resterà nel cuore.
Conversano: un giro in tondo nel centro storico
Non si può rinunciare alla passeggiata nel centro storico di Conversano che è un giro in tondo fra stradine completamente pedonali, fra le sue antiche porte. La Porta delle Gabelle, la Porta Acquaviva. Non ci sono auto, non ci sono moto. Nulla disturba la quiete dei vicoli fioriti e anche camminare con i più piccoli ti fa sentire al sicuro.
Via Cardinale Casimiro Gennari. Verso la cattedrale la strada è tutta piena di fiori Vicolo fiorito con case antiche davanti alla Cattedrale romanica.
“E questa che dice? Prende pure noi nella foto?” è la voce di una signora con gli occhiali che ci guardava in fondo alla strada col suo compagno, un uomo esile e calvo, mentre Anna cercava di scattare una foto alla fiancata della chiesa. La Cattedrale Romanica intitolata a Maria SS. Assunta e San Falviano. Un gioiello del romanico con la facciata a capanna, leoni stilofori a guardia del portale e un rosone quattrocentesco. E no, non abbiamo fotografato la signora intenta a innaffiare le piante ornamentali di Via Cardinale Casimiro Gennari con suo marito, ma la Cattedrale. Purtroppo investita da violenti coni d’ombra. Ci siamo tuffati nel dedalo dei vicoli fino a raggiungere il Monastero di san Benedetto, sulle tracce della terribile Badessa, il Monstrum Apuliae che contendeva il suo potere col vescovo della città.
La cattedrale di Conversano investita da violenti coni d’ombra Ingresso secondario della Cattedrale- Bellissimo fregio romanico
Il Monastero è sede del museo archeologico. Chiuso anche questo. Lungo le mura un silenzio fitto da cui ci aspettavamo l’improvviso fantasma della badessa. Nulla ci ha impedito di ammirare la cupola maiolicata gialla e azzurra che svettava su via San Bendetto con la sua trama leggera. Nella chiesa del monastero si può ammirare il capolavoro della maturità del Finoglio, una tela che rappresenta i Santi Benedetto e Biagio in una composizione scenografica ad alto impatto. Il monastero risale addirittura al IX sec. a.C sebbene oggi si osservino nella struttura i successivi rifacimenti e nell’interno si trovino molte decorazioni barocche. Testimonianza di un luogo che nei secoli ha saputo mantenersi vivo accumulando ricchezza e prestigio.
Centro storico di Conversano in una domenica pomeriggio di inizio estate Antica casa nel sole del pomeriggio.
Terminiamo la passeggiata davanti al caffè-ristorante stellato Pasha proprio di fronte al castello. Un locale elegantissimo e raffinato che abbiamo conosciuto quando ancora non aveva ottenuto i giusti riconoscimenti, ma già si distingueva per le atmosfere ovattate e la bella vista della saletta superiore. La cittadina vanta in realtà un’ampia varietà di locali dove degustare pietanze locali o cocktail moderni. Da universitari eravamo soliti trascorrere qui i sabato sera, stretti sui tavolacci di qualche affollata creperie.
Conclusioni mon amour
Sembra difficile ricominciare a viaggiare nel post Covid. Ancora molti musei risultano chiusi, altri necessitano di prenotazione. Perciò è sempre bene chiedere informazioni prima di programmare un tour e partire. Oppure bisogna saper improvvisare, e in questo noi ci sentiamo maestri (leggete qui il frutto di altre scoperte casuali sulle Dolomiti Lucane).

Una domenica pomeriggio a Conversano da spremere fino in fondo. Benché la maggior parte dei monumenti ci sia stata interdetta, abbiamo bevuto avidamente il succo della provincialità, che poi è ciò che ricerchiamo nei nostri viaggi. La riscoperta di una dimensione quotidiana, poco turistica, a ritmo lento e con grande spazio riservato all’osservazione di case, vicoli e persone. Siamo tornati a casa più ricchi e più rilassati e, come sempre, i nostri bambini lo hanno approvato.
Se avete trovato interessante il nostro articolo fatecelo sapere e condividetelo sui social. I vostri commenti sono preziosi.