Un week end a Gravina tra i colori della Murgia è un’esperienza di immersione nella provincia pugliese d’altopiano. Vi racconteremo pertanto del labirinto in penombra nella città ipogea e del sapore di finocchietto selvatico in un aperitivo a base di taralli e salsiccia. Crediamo che sia proprio questo il momento buono per visitare la città. Gravina in Puglia infatti sta acquisendo una chiara consapevolezza del proprio patrimonio: naturalistico, storico, culturale. Ma non si è lasciata ancora pettinare da un turismo omologante e di superficie.
Noi a Gravina ci abitiamo e lavoriamo. Io, Anna, sono giunta qui dodici anni fa. All’epoca, ho visitato il paese che mi avrebbe generosamente accolta con gli occhi curiosi del viaggiatore, avidi di bellezza. Con lo stesso stupore ho costruito oggi insieme a Francesco un itinerario che non riflette, a differenza degli altri qui sul blog, un viaggio compiuto in un unico week end. Ma è un percorso che sintetizza esperienze diverse, accumulate nel tempo e messe in ordine per voi.
Vi proponiamo perciò un itinerario di autenticità, perfetto sia per un viaggio all’interno della stessa regione, sia per chi giunge in Puglia per la prima volta e non è interessato a destinazioni balneari.
Gravina in Puglia: quando e come arrivarci
Se arrivate in città nel pomeriggio del venerdì avrete a disposizione due giorni pieni e un riposo di due notti per visitare il paese con calma e gustarne i ritmi lenti, la cucina tipica e la quotidianità.
Come raggiungerla
- Se vi spostate in aereo dovrete atterrare all’aeroporto di Bari- Palese e raggiungere la città di Bari (vi è un servizio navetta con corse ogni mezz’ora, la ferrovia o anche la possibilità di noleggiare un’auto e proseguire il viaggio così). Prenderete poi un treno delle Ferrovie Apulo-Lucane. Lungo il tragitto attraverserete l’Altopiano delle Murge e sarà un colpo d’occhio straniante. Immaginate una distesa immensa, essenziale, tutta verde in primavera, gialla d’estate, brulla nelle altre stagioni e interrotta da qualche casolare o da un albero rado.
La prima volta che abbiamo visto la Murgia oltre i finestrini del treno ci è sembrato che le cose dell’uomo fossero svanite d’ improvviso. Case, strade alberi. Sembrava che tutto fosse stato inghiottito dalla steppa disadorna e profumata.
- Se vi spostate in auto invece dovrete imboccare da Bari la Strada Statale 96 direzione Altamura-Matera e proseguire per circa 60 Km. Anche in questo caso, superati i paesi dell’hinterland barese e la piana degli ulivi, vi troverete circondati dall’Altopiano delle Murge e dai suoi silenzi. Una foto qui ci scappa sempre, ma non restituisce lo stesso stupore degli occhi.
Gravina in Puglia, l’accoglienza
Negli ultimi anni e sulla scia di Matera, capitale della cultura 2019, abbiamo visto nascere in città nuovi B&B e molte altre strutture ricettive. Alcune di queste sono nate dal recupero di antichi palazzi signorili o di abitazioni nel paese vecchio. Potete quindi scegliere quella che più si adatta alle vostre esigenze, noi però vi consigliamo di privilegiare una sistemazione in centro.
Veniamo al dunque. Il tramonto è sacro. Fate in modo di gustarvelo nel luogo più emozionante di tutti. Se volete che la città di Gravina vi resti a lungo negli occhi e nel cuore, visitate proprio al calar del sole il ponte-viadotto che collega le due sponde del burrone su cui sorge il paese (ne abbiamo parlato diffusamente qui). In basso, lo strapiombo vi mostrerà le linee tortuose del torrente che lo ha scavato con pazienza millenaria. E l’esplosione della macchia mediterranea fra i raggi obliqui del sole che ne allunga e infittisce le ombre.
Dopo aver percorso i 90 metri del viadotto, la città sarà tutta sotto i vostri occhi, dall’altra parte del canyon. Con le sue case bianche che nascono in continuità alla roccia, in certi casi ricavate direttamente dal tufo. Il versante destro del burrone è invece la parte più antica della città, un sito archeologico in stato di abbandono. E qui si colloca una chiesa rupestre intitolata alla Madonna della Stella che sorge, a sua volta, su un misterioso luogo di culto pagano molto più antico.
Cenare in una grotta
Quindi viene l’ora di cena che deve essere tipica e romantica.
Molti locali rispondono a questi requisiti, ma noi vi consigliamo l’Osteria Radici, un posto che ci è rimasto nel cuore. Qui avrete la possibilità, se prenotate per tempo e ne fate richiesta, di cenare in ambienti ipogei utilizzati una volta come granaio o per pigiare il vino. E sarà già un tuffo emozionante nella pietra, nel ventre di Gravina. Il nostro consiglio è di assaggiate un primo a base di cicerchia, un legume tipico che sembra un incrocio tra la fava e il cece. E poi non dimenticate la verdeca, il vino locale.
Gravina in Puglia: una giornata nel centro storico
Dedicate il sabato mattina alla visita del centro storico partendo dal quartiere di Fondovico (o Fondovito) ai piedi della chiesa di Sant’Agostino. Sarà una discesa graduale fra antiche case in parte abitate, in parte abbandonate dove il silenzio è interrotto dall’abbaiare di un cane, dalla radio a tutto volume dalla penombra di una finestra. Il quartiere dalla Calata di San Giovanni conduce alla chiesa rupestre di San Michele delle Grotte che può essere definita la prima Cattedrale di Gravina. Un complesso ipogeo di ben cinque navate da cui si gode il panorama bello e terribile della gravina.
Il cuore del centro storico
L’altro quartiere ammorsato nei sassi è poi il Piaggio, del tutto abbandonato, ai piedi della Cattedrale dedicata a Santa Maria dell’Assunta, un concentrato di case-grotta dove un tempo vivevano in promiscuità persone e animali. Attualmente sono in corso lavori di riqualificazione.

La Cattedrale dell’XI secolo è da visitare e con essa la terrazza che si apre sul sagrato e offre la vista dell’altro costone del paese come fosse un presepe di roccia tenera.
Potete mangiare al sacco oppure concedervi un aperitivo con assaggini a base salumi e formaggi locali: vi consigliamo il capocollo e il Pallone di Gravina DOP, un formaggio leggermente piccante. In zona, in piazza Notar Domenico potrete trovare Luccio, una salumeria specializzata in superpanini. E naturalmente numerosi caffè che vi offriranno aperitivi e stuzzichini appetitosi.
La zona è inoltre ricchissima di monumenti. Dalla Chiesa del Suffragio con i suoi due scheletri distesi, all’antica biblioteca Finia con preziosi incunaboli e testi rari. Fino ad arrivare alla statua di Papa Benedetto XIII, gravinese della famiglia nobile degli Orsini, che vi guarda dall’alto austero più che benevolente.
La Gravina sotterranea
Ma l’esperienza davvero imperdibile è la visita guidata (da prenotare in anticipo, info qui) alla Gravina sotterranea, un intricato percorso nel ventre oscuro della città fra cunicoli, cantine, antichi granai sotterranei, grotte, cisterne a anfratti che percorrono il paese sotto il suolo calpestabile.
Un week end a Gravina è anche affondo nell’oscurità della terra, esperienza di esplorazione e di immersione.
Insomma, l’avrete capito. Gravina è un città ricca di sorprese, non certo amena, ma con una punta di selvaggio, di ancestrale, di misterioso.
Per poter girovagare in autonomia e non perdere nessun luogo interessante vi consigliamo la guida gratuita realizzata dall’Associazione Murgia City (info qui), troverete la pianta della città, il racconto dei principali monumenti e l’elenco dei posti dove mangiare e dormire.
Una serata romantica
Godetevi la serata in centro. Una passeggiata da piazza Scacchi a Piazza Della Repubblica e poi proseguendo di nuovo fino alla Cattedrale con la fontana dalle luci cangianti in Largo Plebiscito e i palazzi nobiliari illuminati che fanno da cornice al fine settimana.
Se volete cenare con panorama sulla gravina di notte potrete scegliere tra la Pizzeria al Vecchio Crapo e il ristorante Mamma mia, in entrambi troverete una bella vista e prodotti locali di qualità. Suggerimento: chiedete della composta di peperoni e della salsiccia locale aromatizzata al finocchietto.
Gravina in Puglia: palazzi e musei.
Nell’ultimo giorno di permanenza in paese vi consigliamo una passeggiata nella pineta comunale e da qui, in continuità, nel parco Robinson che gradatamente si inoltra sul costone sinistro della Gravina fra balze in certi punti scoscese. In pochi passi si dimentica facilmente di essere in città e si abbraccia la natura, i suoi profumi, i suoi silenzi, i colori a primavera dei fiori spontanei.
Dalla pineta è semplice poi raggiungere il Museo della Fondazione Pomarici Santomasi (per informazioni e prenotazioni guardate qui) che ripercorre la storia di Gravina e ci dà un assaggio della vita nobiliare della famiglia Pomarici Santomasi nel suo lussuoso palazzo. Molti altri sono tuttavia i palazzi nobiliari della città restaurati. Non tutti visitabili, ma si potrebbe provare a chiedere informazioni. Palazzo Popolizio (informazioni qui), Palazzo Capone-Spalluti già ducale, Palazzo Calderoni Martini. Tanti altri sono invece in stato di abbandono, come ruderi maestosi aggrediti da ciuffi d’erba fra le crepe e le muffe.
Il museo della Cola Cola
Nel pomeriggio vi aspetta un museo del tutto particolare nel piccolo claustro che si schiude di fronte alla Cattedrale. La Casa Museo della Cola-Cola, tipico fischietto a forma di uccello colorato in terracotta. Qui scoprirete come nasce e come si è tramandata questa tradizione generazione dopo generazione. Non c’è viaggio in provincia senza souvenir, non c’è viaggio a Gravina senza un fischietto della Cola Cola. È lui che vi accoglie in versione gigante quando entrate a Gravina dalla Statale 96 e dalla Ferrovia. È lui con le sue penne colorate e la cresta impertinente a salutarvi quando ve ne andate.
Conclusioni mon amour
Un week end a Gravina tra i colori della Murgia e i sapori tradizionali può essere una sorpresa. Esiste una Gravina moderna e caotica e una Gravina ancestrale e misteriosa. Una Gravina ferita dall’incuria e una Gravina signorile. La Gravina della Fiera più antica d’Italia e del Castello di Federico II, i cui resti la guardano dall’alto della Collina di Botromagno. E la Gravina del terribile incendio doloso che nel 2017 ha distrutto buona parte del suo vastissimo bosco. Al di là delle contraddizioni però resta su tutto il fascino del suo paesaggio, della roccia calcarea con fenditure, crepacci, doline, inghiottitoi e tutto ciò che l’uomo nei secoli è riuscito a scavare o modellare: tombe, chiese, case, depositi. Ed è meraviglioso e terribile.