Il provinciale è la nuova trasmissione di Federico Quaranta in onda su Rai Due il sabato pomeriggio dalle 17.10 fino alle 17.50 circa. È il racconto di un viaggio on the road nell’Italia di provincia. Poesia di un mondo laterale, poco noto eppure ricchissimo di tradizioni. Potevamo perdercelo? In tempi di pandemia e di blocco della mobilità è stata una bella scoperta. Completamente in linea con l’anima (e la pancia!) del nostro Blog.
La prima puntata de Il Provinciale è stata trasmessa il 31 Ottobre2020 ed è stata dedicata all’Altopiano della Sila Grande in Calabria. La seconda è andata in onda il 7 Novembre 2020 e ci ha portato nel grembo di una Sicilia sconosciuta: lungo la Valle del Platani, fra i monti Sicani, in provincia di Agrigento. Tappa dopo tappa, paese dopo paese. Tra un prodotto culinario e un’arte di bottega. Tra un’impresa visionaria e la memoria del passato. Se vi siete persi le prime puntate potete recuperarle in streaming.
“Ti offendi se qualcuno ti dà del provinciale? No, ne sono felice“
Il provinciale: la trasmissione
Federico Quaranta percorre la provincia in compagnia del suo Golden Retriever, di due cameramen e di un drone che assicura riprese spettacolari. La puntata si articola in piccole tappe che sono anche incontri con personaggi le cui storie si intrecciano al territorio. I dialoghi sono in rapporto di 1:1 o al massimo 1:2. Storie di vita, aneddoti, esperienze, testimonianze. La pescatrice. L’artista geniale e sconosciuto. Il giovane allevatore che ha raccolto l’eredità dei suoi avi. Emigrati di ritorno con un sogno da realizzare. Anziani cantastorie. Fantasmi.
Storie di successi insperati e di fatiche. Li conosciamo tutti per nome e cognome grazie a una rapida etichetta che appare in basso subito dopo le prime battute del dialogo. Fanno la loro rapida comparsa lasciandoci qualche insegnamento, un po’ di malinconia, il silenzio di uno sguardo. Poi vanno via e ritorna il paesaggio. Solitario e superbo, che ci prepara a un altro incontro.

Eravamo curiosi di scoprire come la TV generalista potesse declinare il racconto della provincia e ci aspettavamo un programma sul modello di Linea Verde o Sereno Variabile. In realtà, nelle puntate che abbiamo visto non abbiamo trovato l’atmosfera da gran sagra di paese né la dimensione collettivo-folcloristica propria di quelle trasmissioni. C’è invece una narrazione in prima persona che sottolinea il viaggio in solitario del conduttore. Lo ritroviamo con la barba lunga, gli scarponi da trekking, lo zaino in spalla. Sovrastato da paesaggi verde-azzurri che la magnifica fotografia e una colonna sonora emozionale esaltano.
Lo spettatore ha così la sensazione di trovarsi in luoghi dalla bellezza esotica e selvaggia. Di fronte a un’Italia sconosciuta e poco addomesticata fra meraviglia e straniamento. Si vuole inoltre ricreare il ritmo slow e l’atmosfera di raccoglimento che è propria dei cammini. E della letteratura che li racconta. Pensiamo per esempio ad Appia di Paolo Rumiz.
Conclusioni mon amour
In questi ultimi anni il turismo lento ha conquistato tanti viaggiatori e li ha condotti fra sentieri marginali e lungo paesini poco noti. A caccia dell’autenticità, di storie e tradizioni di un tempo altro. I cammini hanno messo in luce un’altra Italia, fuori dalle guide di viaggio tradizionali e lontana dai monumenti famosi delle grandi città. Il Provinciale nasce sulla scia di questa stessa tendenza, la legge e la racconta bene.
Ci sono piaciuti moltissimo i testi, pieni di afflato poetico e percorsi da trame letterarie. Pur nell’impianto divulgativo, la trasmissione non è sciatta e non cavalca la retorica dei borghi. Preziosa anche la fotografia e la scelta dei brani musicali di accompagnamento. Riteniamo che Il Provinciale racconti la provincia non solo come rete di itinerari da percorrere, ma soprattutto come sentimento. E in un panorama di sostanziale povertà televisiva ne consigliamo la visione. Per viaggiare nell’Italia a minore anche solo restando in poltrona.
Voto: otto e mezzo.