Con i suoi 1472 abitanti Poggiorsini è il paese più piccolo della provincia di Bari. Piccolo sì, ma blasonato.
Dall’alto del suo colle, il paesino domina le valli del torrente Roviniero e del Basentello. Una distesa dai colori squillanti che segnano il passaggio delle stagioni e raccontano la vocazione agricola del borgo. E il borgo ci accoglie sempre in un silenzio carezzevole, fra le ombre del porticato che cinge la piazza e le finestrelle del belvedere spalancate sulla vallata. Di qui passava l’Appia antica, la madre di tutte le strade romane. E successivamente il tratturo regio che univa Melfi a Castellaneta ed era importante per la transumanza.
Quali sono i suoi titoli?
Fa parte dell’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia e del Parco Nazionale dell’Alta Murgia a cui, ormai lo avrete capito, siamo molto affezionati. Da diversi anni, poi, ha deciso di investire nelle energie rinnovabili e fa parte di alcuni progetti pilota con altri paesi europei.
L’armonia con la natura è di fatto tangibile e costituisce il suo più grande pregio.
Poggiorsini non è una meta turistica in senso stretto. Non aspettatevi grandi monumenti né un dedalo di vicoli graziosi. Se siete in cerca di movida, di musei e gallerie d’arte, non è il posto adatto a voi.
Per visitare Poggiorsini basta mezza giornata, ma affrettarsi sarebbe un errore. La ricchezza di questa meta è nei paesaggi che la cingono, ideali per un trekking leggero. O per un cicloturismo a contatto con la natura. Carica di sorprese: le orchidee selvatiche (ben 50 specie), le erbe spontanee e profumate come il timo, il lino delle fate e suoi fiori azzurri, i funghi cardoncelli del pietroso altopiano. E poi c’è la cucina tipica che val bene una sosta (lunga, lenta) per quanto è buona.
Di tutto questo e di altre curiosità vi parleremo nel nostro articolo. La provincia d’entroterra è una frontiera tutta ancora da scoprire. Perciò continuate a leggere.

Poggiorsini: cosa vedere
In paese:
- Il Palazzo ducale e il casale degli Orsini: chiamato u crtur (il crituro). Con i suoi portici, i suoi colori squillanti e le scalinate laterali cinge la piazza centrale. Sull’antico arco di accesso è visibile ancora lo stemma della casata. Il paesino infatti deve il suo nome alla nobile famiglia degli Orsini che ne fece un feudo personale a partire dal XVII secolo e fino al 1910. Prima, il paese si chiamava Monte Folicato e Macchia Veterana, nomi che fanno riferimento alla vegetazione circostante. Gli Orsini edificarono il Casale, il palazzo Ducale (crollato durante il terremoto del Vulture nel 1930) e la Chiesa di Santa Maria dei 7 dolori.
- Il Belvedere: le sue sei finestrelle si affacciano sulle vallate al confine con la Basilicata come affascinanti cornici sospese nel vuoto. Si tratta di un anfiteatro di mattoni ai lati del quale si snodano delle scalette con delle staccionate che cingono un percorso naturalistico da non perdere. Di qui si giunge ai piedi del declivio. C’è solo da aprire lo sguardo, i polmoni e il cuore. Scattare una foto strepitosa. E iniziare la discesa.
- La Chiesa di Santa Maria dei 7 Dolori: non è quella costruita dagli Orsini nel XVIII secolo perché anch’essa è crollata nel terremoto del Vulture. Fu poi riedificata negli anni Trenta, ma consacrata solo nel 1988. All’interno si conserva una pregevole Deposizione Settecentesca.
Fuori dal paese:
- Contrada Grottelline: sito rupestre a 3 Km dal paese, abitato in età medievale. È composto da molte grotte. In esse sono stati rinvenuti frammenti di ossidiana risalenti al Neolitico e tracce ancora più antiche attribuibili al Paleolitico.
- Castello del Garagnone: o castello Fantasma perché in realtà è ridotto a un pugno di ruderi. E per immaginare il castello serve tanta fantasia. Eppure è un luogo potente. Si trova sulla provinciale Gravina Spinazzola a tre Km dal paese e fa parte dei tanti castelli che Federico II ha lasciato da queste parti. Fu oggetto di interesse anche da parte degli Angioini e al centro di molte contese. Era parte di un sistema di castelli che comprendeva anche quello di Palazzo San Gervasio e Monte Serico ai confini con la Basilicata. E permetteva di controllare il territorio. Con gli Orsini diventò anche un centro di produzione in cui convergevano braccianti e pastori in cerca di occupazione. Sorge su un’altura che si può scalare con scarpe da trekking e un certo allenamento. La cima non garantisce ombra, perciò bisogna evitare escursioni nei mesi più caldi. Ma il paesaggio sottostante, immenso, brullo, solitario ripaga di tutte le fatiche. Non ci sono servizi lungo la strada, è bene saperlo e perciò munirsi di un rinfrancante pranzo al sacco. E di molta, molta acqua.
- Masseria Filieri: è una masseria da campo nel Parco dell’Alta Murgia. In passato è appartenuta all’Odine Gerosolomitano di Barletta. Sorge poco distante dalla stazione abbandonata delle Ferrovie dello Stato. Da circa dieci anni la masseria è al centro di un progetto di recupero che dovrebbe farne un centro di promozione turistica e di tutela del territorio. In realtà, il recupero si è bloccato e ad oggi è una struttura in abbandono. Come la stazione. Parte di un paesaggio che parla la lingua della nostalgia. O degli atti mancati.
Curiosità: feste e fantasmi
Lo diciamo sempre e sappiamo che siete d’accordo: un paese lo fanno le persone e le storie. Non solo i paesaggi e i monumenti che li caratterizzano e che ci incantano per qualche minuto. Abbiamo perciò cercato alcune curiosità che riguardano il borgo di Poggiorsini. E ve le raccontiamo.

La festa patronale
Un momento aggregativo molto forte per la piccola comunità del paese è la festa patronale in onore dell’Addolorata. Si celebra tra il 9 e 11 agosto con processione, fiera, luminarie, giostre e fuochi d’artificio. I festeggiamenti non sono molto diversi da quelli delle altre feste di paese del Mezzogiorno. Ciò che cambia ogni anno (e che ci ha colpito) è il Comitato organizzatore. È composto dalla generazione dei quarantenni dell’anno in corso. Per esempio la “classe 1973” ha organizzato la festa del 2013, la “classe 1975” quella del 2015 e così via. È un sistema che crea forti legami generazionali e coinvolge, a turno, tutti i cittadini. Di anno in anno si crea fra i gruppi una vera e propria competizione, perché ciascun comitato cerca di raccogliere più sponsor e di fare meglio del precedente.
Il Comitato del 1979 ha persino messo su un sito in cui si trovano mille interessanti notizie sul paese e sui suoi costumi.
La sposa fantasma
Di questa leggenda sappiamo davvero poco. Nelle storie di fantasmi sembra essere una regola, ma qui rasentiamo il rebus.
Ad ogni modo, anche Poggiorsini vanterebbe un fantasma. Una sposa che appare a mezzanotte fra gli archi del crituro, in corsa. Non sappiamo da chi cerchi di fuggire e perché non si dia pace (un matrimonio combinato? Un matrimonio mancato sull’altare?) Reperire notizie in merito pare impossibile. Anzi, lanciamo un appello. Se sapete qualcosa di più raccontatecelo nei commenti, vi aspettiamo con interesse.
Poggiorsini: dove mangiare
Dove mangiare a Poggiorsini? Benché il paese sia piccolo l’offerta gastronomica è ricca e svariati sono i ristoranti dove è possibile gustare la cucina tipica leccandosi i baffi. Vi consigliamo i nostri preferiti del momento (ma la nostra lista è in continuo aggiornamento perché ci piace cercare sempre nuovi posti). La nostra non è una classifica. Entrambi i ristoranti ci piacciono alla stessa maniera, anzi quasi sempre ci è difficile scegliere.
- Ristorante Al Poggio: si trova in Piazza Aldo Moro, 26. Poco distante dalla chiesa e dal Casale degli Orsini. Lo consigliamo se siete in cerca di piatti tipici. Puntate sugli antipasti a base di funghi cardoncelli, verdure tipiche e latticini e poi lasciatevi consigliare un primo. Il nostro preferito è una lagana leggermente piccante con purea di cicerchia e funghi. Spazio anche all’arrosto misto, mi raccomando. E se avete coraggio agli gnumredd, involtini di interiora tipicamente pugliesi. I prezzi stanno fra i 35 e i 40 euro per un pranzo completo.
- Ristorante Pizzeria Borgo Antico: se invecevolete mangiare una buona pizza, ma chi vi accompagna non vuole rinunciare alla carrellata di antipasti e all’ottimo arrosto spostatevi in questo locale molto rustico di Piazza Borgo Vecchio. Avrete la possibilità di scegliere. Non lasciatevi sfuggire l’occasione di assaggiare i salumi. Si trova a un passo dal Belvedere, davanti al piazzale del complesso che un tempo fu degli Orsini, in posizione davvero suggestiva. I prezzi sono compresi fra i 30 – 35 euro per un pasto completo.

… e poi birra mon amour (souvenir da Poggiorsini)
Abbiamo scoperto che negli ultimi anni sono sorti a Poggiorsini due birrifici artigianali che offrono una grande varietà di prodotti. E che al contempo rappresentano vivaci realtà imprenditoriali made in provincia.
Il Birrificio degli Ostuni che è nato nel 2014. E la SBAM Social Brewery Alta Murgia che è nata nel 2017 su iniziativa di un paio di cooperative sociali con l’intento di integrare in un’attività produttiva competitiva un gruppo di disabili psichici. Se sfogliate i cataloghi di entrambi i birrifici resterete colpiti dai nomi delle birre. Il Birrificio degli Ostuni attinge alle simpatiche espressioni del dialetto locale (Bellafatta, Priscio…). Le birre SBAM hanno invece una vocazione più letteraria (Furioso, La volpe e l’uva…)
Portarsi una birra artigianale a casa ci sembra una buona idea per un souvenir coi fiocchi. Le calamite da frigo, diciamocelo, ci hanno un po’ stancato.

Poggiorsini: come raggiungerlo
Poggiorsini dista 70 Km da Bari, la sede aeroportuale più vicina. Potete inserirla in un itinerario che punti alla scoperta del Parco dell’Alta Murgia insieme alle città di Gravina in Puglia, Altamura e dei rispettivi territori. Per arrivare a Poggiorsini non ci sono mezzi pubblici diretti. Potete prendere le Ferrovie Appulo Lucane che vi conducono sino a Gravina e di qui raggiungere Poggiorsini in autobus. È questa la soluzione più economica per chi viaggia senza auto ma richiede circa tre ore e mezzo di viaggio. Diversamente potrete scegliere una corsa in autobus a Bari per Santeramo in Colle e aspettare la coincidenza per Poggiorsini.
Il nostro consiglio è di spostarvi in auto. Oppure di soggiornare a Gravina e di raggiungere il paese in bicicletta godendo appieno delle bellezze della Murgia.

Conclusioni mon amour
Fra l’Appia antica e il tratturo regio, Poggiorsini, il più piccolo paese della provincia di Bari, si presentava come un crocevia importante in un territorio che aveva vocazione agricola e pastorale. Oggi si cerca di riportare alla luce e di valorizzare le tracce del passato e di raccontarle alle nuove generazioni. Come segno di un patrimonio culturale che non deve essere disperso.
Poggiorsini si qualifica come Comune d’Europa perché gemellato con altri paesi che partecipano a progetti che intendono valorizzare proprio le attività agricole. Tutelandole e inserendole in un percorso turistico e culturale di qualità. Certo, tutto è ancora in fieri, ma è una promessa per il futuro. Da tenere d’occhio perché legata al turismo lento. Un turismo dell’anima.
In Puglia i paesi più piccoli sono spesso del tutto sconosciuti non solo al turismo nazionale, ma persino a quello di prossimità, interregionale e interprovinciale. Un vero peccato.

Ecco, noi proviamo ad invertire la rotta. È la nostra missione speciale e la dedichiamo a chi vorrà seguirci.