Locorotondo: cosa vedere in un giorno?
Se siete in Valle d’Itria e volete visitare dei borghi suggestivi e ad alto tasso di pugliesità, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Per quel che ci riguarda, però, abbiamo deciso di parlarvi subito di Locorotondo perché è il paese della Valle d’Itria che frequentiamo più spesso e fotografiamo più volentieri.
Non solo per la sua forma rotonda, che ben si apprezza giungendo da Martina Franca (Ta), o per le case bianche a calce viva con tetto a punta. Non per la distesa di ulivi monumentali o per le installazioni aeree che cambiano l’aspetto dei vicoli a seconda delle stagioni. Locorotondo ha attirato la nostra attenzione perché in questi anni ha saputo raccontarsi e raccontare molto bene le proprie tradizioni. Con cura e dedizione instancabile. E senza far lievitare i prezzi.
Il paese fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e, pandemia a parte, ha vissuto un notevole incremento delle attività legate al turismo.
Nell’ articolo ripercorreremo le tappe del nostro ultimo soggiorno e vi daremo consigli e informazioni utili se vorrete replicare l’esperienza. A metà maggio, infatti, ci siamo fermati in paese per un giorno, alloggiando in un complesso di trulli nella fascia rurale vicina alla città. Vogliamo dimostrare che è possibile godersi il meglio del borgo, a ritmo lento e con le giuste soste, pur avendo a disposizione poco tempo.
Siete pronti? Continuate a leggere!

Locorotondo: cosa vedere in paese
Locorotondo, dal latino Locus Rotundus, mantiene la sua promessa. La prima cosa da vedere è infatti la forma: perfettamente rotonda. La si coglie tutta nel suo bianco splendore giungendo da Martina Franca (Ta) lungo la Statale 172. Oppure passeggiando per via Nardelli e costeggiando il “lungomare”. E no, non siamo impazziti. Non aspettatevi il blu dell’Adriatico. Il mare che bagna il paese è di colore verde argento ed è la Valle d’Itria punteggiata di ulivi e trulli. Un’ampia distesa percorsa dal vento che porta con sé profumi e frescura.
Siamo a 410 metri sul livello del mare, anche in piena estate la calura che è propria della Puglia qui si smorza. Lo diciamo subito è questo il luogo del paese che più amiamo. E ve lo consigliamo al tramonto quando in lontananza si scorgono le prime luci accese delle casette di campagna immerse nel rosso della sera. Moltissimi locali vi permetteranno di gustare un aperitivo, un gelato o una pizza godendo dello splendido panorama.

Addentriamoci, però, nei vicoli del centro storico. Non preoccupatevi se siete giunti fin qui in auto: vi è un grande e comodo parcheggio all’ingresso della città vecchia al costo di 60 centesimi all’ora. In realtà, noi siamo sempre riusciti a parcheggiare gratuitamente in centro avendo scelto di visitare la città in bassa stagione.
Nel borgo antico vi imbatterete in: cummerse, fiori a profusione, chiese e cappelle dello stesso bianco abbacinante delle case, vicoli lastricati e labirintici, balconi dalle ringhiere barocche.
Le cummerse: che cosa sono?
Le “cummerse” di Locorotondo sono piatte lastre di pietra locale, le chiancarelle, con cui si ricoprono i tetti spioventi delle case bianche a calce viva. E se il bianco è una caratteristica comune ad altri noti borghi pugliesi, del tutto originali sono i tetti a punta. Ci piace fotografarli perché ci fanno pensare a certe fiabe nordiche o a lontani villaggi delle Fiandre con i tetti aguzzi. Le “chianche”, che il suolo rendeva disponibili già a strati lisci, servivano anche per lastricare i vicoli e per le altre costruzioni a secco.

Le case del centro storico sorgono attaccate le une alle altre e spesso insistono su un cortile comune a ricordarci la convivialità che era propria delle comunità di una volta. Qui balconi, balconcini e scalette fanno a gara per mostrarci i loro vasi fioriti, cespugli cascanti di rose, biciclette sospese e altre dolcezze. Non sono da meno i panni stesi al sole che a volte hanno la stessa grazia di studiate decorazioni.
Chiese e architetture civili
Girovagando per i vicoli del paese abbiamo fatto un gioco. Non abbiamo seguito alcuna mappa ma abbiamo lasciato che fossero i nostri bambini a scegliere la direzione da seguire, bivio dopo bivio, fra piccoli archi e chiassi stretti. Abbiamo incontrato, così, all’avventura, diverse chiese e il fastoso Palazzo Morelli.
Prima fra tutte c’è la Chiesa Madre intitolata a San Giorgio che svetta col suo campanile più in alto delle altre abitazioni. Ha una facciata neo-rinascimentale ed è stata costruita tra il 1790 e il 1825 dove un tempo sorgevano altre due chiese più antiche. Ci ha colpito di più, però, la chiesa di San Nicola (1660), bianchissima e semplice all’esterno, ma caratterizzata, all’interno, da una volta a botte incantevole, affrescata con le storie del Santo di Mira. Chiusa, ma piena di fascino col suo piccolo campanile a vela, ci è apparsa, infine, in una piazzetta lastricata la chiesetta di Santa Maria del Soccorso.

Fra le architetture civili s’impone subito all’attenzione il Palazzo Morelli (1819) nell’omonima via. Lo si riconosce dall’esuberante portone caratterizzato da mascheroni e decorazioni di un barocco molto carico. I balconi in ferro battuto e volute si ispirano a quelli della vicina Martina Franca e fanno pensare a un merletto. A due passi c’è poi la Torre dell’Orologio, croce e delizia: nostro figlio ce l’ha fatta visitare per almeno sei volte al grido di “Andiamo a vedere l’orologio?” Un tempo il grande orologio si trovava sul campanile della chiesa madre.
Locorotondo: dove mangiare
Abbiamo gironzolato per i vicoli di Locorotondo: cosa vedere è ormai chiaro. Ci sarà venuta fame. A noi succede puntualmente quando dalle finestre aperte profumini invitanti ci raccontano di tavole tradizionali imbandite. Il ragù della domenica. Le polpette di pane. Soffritto che promette meraviglie.
Nel corso della giornata abbiamo fatto due soste. Un pranzo e un aperitivo abbondante che ha praticamente sostituito la cena. E ci è sembrato davvero di esagerare. Nel cuore del centro storico, fra foto giganti e fiori, al di là di un arco caratteristico, ci siamo imbattuti nell’ Osteria ai Tre Santi, in via Dottor Guarnieri, 51. Abbiamo mangiato antipasti misti e orecchiette al ragù. Ma se siete temerari, da queste parti un piatto tradizionalissimo è rappresentato dagli gnumerédde suffuchète. Involtini di interiora, frattaglie, avvolti nella trippa di agnellone. Per alcuni sono una leccornia, per noi è un deciso No grazie.
Non dimenticate un aperitivo al tramonto sul “lungomare” e lo ripetiamo: non vi aspettate il mare ma tanto vento. E la maestosa semplicità della Valle d’Itria che si spalanca ai vostri piedi. Un’esperienza di bellezza e di benessere. Noi siamo stati più volte alla Controra, in via Nardelli 67, e ve lo consigliamo. Molti sono tuttavia i localetti che profilano la strada tutto in tondo, per ogni gusto. Qui dovrete per forza assaggiare il Locorotondo doc, un bianco secco adatto agli antipasti.
Locorotondo: cosa vedere in campagna
Pur avendo a disposizione soltanto un giorno, si riesce comunque ad organizzare una passeggiata nelle campagne che circondano il paese. E godersi un’immersione nella fertile Valle d’Itria su cui Locorotondo si affaccia. Il paese comprende ben 138 contrade. Con il termine “contrada” nella Puglia centrale si intende una frazione rurale che comprende un agglomerato di case vicine. Trulli e casette di uno o due piani condividono una chiesetta e alcuni servizi essenziali (un tempo questi piccoli nuclei abitativi comprendevano famiglie più o meno imparentate tra loro).

Fra tratturi e sentieri profilati dai muretti a secco è possibile godere della fertile Valle d’Itria e delle sue quiete atmosfere. Un luogo ideale anche per chi ama il cicloturismo. In Contrada Marziolla, a 2 Km dal paesein direzione San Marco, è possibile incontrare un trullo che risale al 1559, come si legge sull’architrave della porta. Probabilmente è il più antico della Valle d’Itria. Anche nelle vicine Contrada Cupa e Lamie Affascinate abbiamo incontrato un’infilata di altri trulli dall’aspetto antico e interamente costruiti a secco.
Si tratta di una campagna fortemente antropizzata, le cui colture principali sono rappresentate dall’olivicoltura e dalle vigne. Qui si produce il Locorotondo Doc, un vino di aspetto verdognolo o giallo paglierino, generalmente secco.
Locorotondo: dove dormire in Valle d’Itria
Anche se avete intenzione di dedicare al paese un solo giorno potrebbe essere utile sapere dove dormire. Perché l’alloggio in Valle d’Itria potrebbe essere un comodo punto di partenza per molte e diverse escursioni (sia verso la costa che verso la Murgia).
Noi abbiamo deciso di dormire in campagna, in un trullo (per la gioia dei nostri figli). Abbiamo alloggiato presso i Trulli Caroli, un B&B in Contrada Bellocchio, non molto distante dal paese e a prezzo interessante. Erano disponibili diverse soluzioni: appartamenti in trullo con angolo cottura indipendente e appartamenti più grandi nella parte “più moderna”. Il vasellame e le stoviglie di ceramica tipica pugliese a corredo della cucina sono state una vera chicca (ve li mostriamo in foto)
Di questo luogo abbiamo apprezzato gli spazi esterni (un pergolato, una piccola cascatella d’acqua, un forno a legna, una vetrinetta con pinnacoli in mostra), il panorama e … la colazione con prodotti locali offerti in un grande cesto da picnic. Il luogo, con sapore d’antico e d’idillio campestre, è ben collegato sia a Locorotondo che ad Alberobello.
Se invece preferite restare in centro, ci sembra una buona idea (ma non lo abbiamo provato personalmente) alloggiare Sotto le Cummerse, l’Albergo Diffuso all’interno delle tipiche abitazioni di Locorotondo. Vi sono qui appartamenti per diverse fasce di prezzo.
Come raggiungere Locorotondo
Se giungete in aereo con scalo a Bari (o a Brindisi) potrete noleggiare un’auto (lo consigliamo) e imboccare la Strada Statale 16 Adriatica. A Fasano prenderete l’uscita per Taranto e Martina Franca e proseguirete fino al paese lungo la Statale 172 dir dei Trulli. La distanza da Bari è di circa 69 Km. La distanza da Brindisi di 70 Km. Occorre circa un’ora.
Il paese è ben collegato a Bari sia attraverso le ferrovie del Sud Est che attraverso la linea di autobus facenti capo sempre alle Ferrovie del Sud Est (l’imbarco è in entrambi i casi vicino alle Ferrovie dello Stato). Con questa soluzione dovrete armarvi di pazienza, i tempi si allungano (circa 2 h e mezza), ma lo scalo è comunque comodo, al centro del paese.
Conclusioni mon amour
Quando si visitano i borghi più belli d’Italia, secondo noi, non è solo importante sapere cosa vedere ma anche godersi l’atmosfera del quotidiano.
Il nostro ultimo soggiorno a Locorotondo è avvenuto in bassa stagione e nel mezzo della settimana: questo ci ha permesso di assaporare il ritmo lento e autentico di un paese di provincia. La sosta in un caffè del centro in stile liberty fra tanti giovani universitari che discorrevano di esami e crediti. I giochi con i bambini in un parchetto appena fuori dalle mura. L’acquisto di polpette di pane calde da portar via nel caso in cui i nostri figli avessero attacchi di fame notturni.
Del paese abbiamo apprezzato proprio l’aria di provincia, un profumo frizzantino di legna e fiori che pizzica il naso e induce nostalgia. A proposito di nostalgia: ci portiamo con noi il ricordo di una canzone d’amore anni Settanta da un’autoradio che si allontanava nel violetto della sera. Tra trulli illuminati in Contrada Bellocchio e il frinire dei grilli avremmo fermato volentieri il tempo.
Locorotondo è ormai noto al turismo nazionale e internazionale. Alcuni suoi eventi (il Natale fra i vicoli e il Locus Festival) attirino moltissimi visitatori. Ma la semplicità della piazza con i vecchietti che giocano a carte, la dolcezza di una sosta in panchina non sono stati contraffatti. Come i pizzi e i merletti dell’artigianato locale.

Potremmo continuare a scrivere per ore ma ci fermiamo. Dedicheremo altri approfondimenti al paese, se avete trovato questo articolo di vostro interesse. Mi raccomando, fatecelo sapere nei commenti. Se invece siete viaggiatori on the road, ricordiamo volentieri che la città di Locorotondo è sul tracciato della bellissima via Ellenica
Complimenti per l’articolo, mi ha dato un paio di idee per uno dei miei prossimi post sul blog 🙂
Anche io ho scritto un articolo su Locorotondo, ma anche sugli altri paesi della Valle d’Itria; passa a trovarmi se ti fa piacere 🙂
Volentieri, grazie. Lo leggiamo volentieri
Anna e Francesco