Cammino Materano, via Peuceta: seconda tappa da Bitetto a Cassano delle Murge. Tappa di vigneti e di boschi, di masserie e casali abbandonati. Tappa di incontri e inattesi panorami. Di natura generosa, ma anche di colpevole incuria. Da qui si comincia a salire lungo il gradone delle Murge, l’altopiano pugliese che costituisce la gran parte del percorso.
A distanza di poco più di un mese dall’esplorazione della prima tappa tutta in piano (se ve la siete persa potete leggere qui l’articolo) siamo tornati sul Cammino Materano. È un itinerario nato da pochi anni che congiunge Bari a Matera in sette tappe per sette giorni. E che noi stiamo percorrendo a modo nostro. E cioè con due bambini piccoli, quindi non interamente a piedi come si dovrebbe, con molte diversioni e regalandoci un pezzettino di strada ogni mese.
Continuate a leggere l’articolo se anche voi volete conoscere la seconda tappa della via Peuceta, pur non essendo ancora del tutto pronti alla viandanza.
Cosa troverai in questo articolo
La via Peuceta: seconda tappa tra ulivi, vigne e masserie
Chi, a differenza nostra, ha intrapreso il cammino nella sua ortodossia, nel corso della prima tappa ha pernottato in uno degli alloggi di Bitetto. Se vi interessa, potete registrarvi sul sito ufficiale del cammino per saperne di più.
Noi abbiamo raggiunto la cittadina con l’automobile e ci siamo portati esattamente dove l’avevamo lasciata un mese fa. Al Convento di San Giacomo da Bitetto, diretti verso un altro santuario: quello di Santa Maria degli Angeli nel territorio di Cassano delle Murge. Siamo partiti con la guida ufficiale nello zaino e la mappa su cui segnare i luoghi da raggiungere. La gran parte del percorso si sarebbe snodata lungo sentieri e stradine di campagna, ed era un problema per noi.
Abbiamo raggiunto un compromesso. Non sempre, infatti, ci siamo avventurati fra gli ulivi e le vigne che sono la cifra di questa seconda tappa. Spesso ci siamo limitati a costeggiarli spostandoci lungo la Provinciale 71. È stato certamente meno suggestivo, ma comunque siamo riusciti a cogliere le caratteristiche del paesaggio e il suo graduale mutamento. Bitetto e Cassano sono due centri a vocazione agricola e le strade che li uniscono riflettono questa caratteristica.

Gli ulivi e i muretti a secco
Per prima cosa abbiamo incontrato la distesa di ulivi. Gli uliveti in questa zona sono composti da alberi di medio fusto, abbastanza frondosi, da cui si ricava l’oliva termite DOP. I campi sono delineati dai bianchi muretti a secco, le cui pietre perfettamente incastrate le une sulle altre non hanno bisogno di malte o di collanti per tenersi. Capaci di trattenere umidità e frescura sono veri e propri microcosmi ricchi di vegetazione spontanea e casa di piccoli animali. I muretti, accanto ai trulli (e lungo la seconda tappa ne potete ammirare uno) sono il simbolo dell’architettura a secco pugliese. Segno distintivo di una ruralità che si è perfettamente armonizzata col paesaggio naturale.

Le masserie
Altro elemento distintivo della campagna pugliese che da questa tappa in poi ricorre più volte agli occhi del viandante è la masseria. Lungo la strada per Cassano, per esempio, si incontrano alcuni casolari e alcune masserie abbandonate. Le masserie sono la più importante e articolata espressione dell’architettura rurale di Puglia. Nate fra il XVI e il XVII secolo erano vere e proprie aziende agricolo-pastorali autosufficienti. Al loro interno si produceva olio, vino, formaggi, conserve di ogni tipo. Molte di esse erano fortificate per difendersi dagli attacchi esterni. Fu lo stesso Carlo V, subito dopo l’assedio di Otranto da parte dei Turchi nel 1480, a caldeggiare la diffusione di un tale sistema difensivo lungo la costa pugliese e nell’interno. Oggi tante di loro sono in abbandono.
Molte altre invece sono state recuperate e trasformate in relais, agriturismi, aziende che alla produzione tradizionale affiancano attività ricettive anche di lusso.
I nostri piedi non hanno potuto saggiare direttamente la salita per l’altopiano delle Murge. Ma abbiamo potuto coglierla nei cambiamenti del paesaggio. Dagli ulivi alle fitte vigne, fino al diradarsi della vegetazioni, giunti in prossimità del paese, visibile in altura. Per chi va a piedi, come si dovrebbe, viaggiare nel cuore di agosto così come abbiamo fatto noi non è una buona idea. La Puglia d’estate è una terra assolata e afosa. I periodi consigliati per intraprendere il Cammino materano sono, infatti, la primavera e l’autunno. Non solo per le temperature più miti ma anche per lo spettacolo della natura nei suoi colori più belli.
Il santuario di Santa Maria degli Angeli
Lo abbiamo raggiunto al termine di una salita impegnativa e di un suggestivo sistema di scale in pietra. È il primo luogo di Cassano che abbiamo incontrato e siamo stati colti da impressioni contrastanti. Da un lato la facciata semplice di una chiesa, con un pozzo nel sagrato e scalinate oltre i soccorpi laterali del convento. Qualcuno che allestiva decorazioni floreali, girasoli e iris blu, per un matrimonio. Il belvedere panoramico che si affacciava sul verde della Terra di Bari. Dall’altro le vetrate di un’osteria chiamata Dominus che occupava un brutto capannone industriale. I resti dei bagordi e della gozzoviglia erano bottiglie di birra e bicchieri monouso abbandonati a casaccio. Ai piedi di un cestino dei rifiuti che scoppiava e persino qui e là fra le aiuole.

Il Santuario nasce nel 1250 sul sito di un’antica grotta dove, nell’VIII secolo fu nascosta un’immagine della Vergine fra gli angeli. In origine si trattava solo di una chiesetta con alcune celle. Mentre il nuovo convento fu edificato a metà del XV secolo e la grotta dimenticata, al punto da essere trasformata in cisterna. Si trova, infatti, proprio sotto il bel pozzo al centro del sagrato. Oggi vi si accede dalla sagrestia. Per raggiungerla si percorre un corridoio in cui, come si legge, trascorse molti anni della sua vita San Giacomo da Bitetto. La cripta in penombra è dominata dall’affresco della Vergine illuminata dai faretti e dal bulbo delle candele elettriche. C’è odore di umido e fiori. E profondo silenzio.
La grotta è il cuore segreto del santuario. Con la sua fresca penombra è un luogo di profondo raccoglimento L’accesso al santuario è dato da una lunga scalinata. Altre scale procedono verso l’alto, oltre il convento La cappella barocca del Crocifisso si apre invece lateralmente in un soccorpo della chiesa. Il crocifisso, prezioso, risale al XV-XVI secolo
In chiesa, la cappella barocca del Santissimo Crocifisso in cima all’altare mostra una scultura della Vergine in legno. Nei secoli è stata oggetto di venerazione in sostituzione dell’antico affresco nella grotta. Ed è sempre la Vergine con gli angeli protagonista della lunetta del portale principale nei colori dell’azzurro e dell’arancione.
La vista panoramica ci mostra il paesaggio tipico della seconda tappa della via Peuceta: gli uliveti… Per lungo tempo la grotta sacra fu dimenticata e usata come semplice cisterna. Ecco oggi il pozzo, al centro del sagrato.
Sentieri e boschi
“Padre nostro che sei sulla terra” “Fratello caro”. Eravamo ancora nello spazio del santuario. I fotografi del matrimonio imminente sembravano intenti a provare le inquadrature. I fiori sulla porta d’ingresso e lungo i banchi pronti. È stato il momento più bello del nostro viaggio. Quando abbiamo carpito scampoli di conversazione fra due sacerdoti, colti in un momento di svago. Poi si sono rivolti a noi. Con una carezza ai nostri bimbi che correvano di qui e di là e un sorriso a noi adulti che leggevamo mappe e cartelloni. Ci siamo sentiti accolti. Da loro abbiamo avuto alcune preziose indicazioni.
Abbiamo scoperto che proprio dal santuario partono diversi sentieri e percorsi che si addentrano nei boschi di Cassano. Uno di questi è il percorso “Foreste di Murgia” che procede per 60 km e solo in parte si sovrappone alla nostra via Peuceta. Il territorio di Cassano appare infatti cinto da ben due boschi naturali – Bosco di Mesola e Bosco Bellamia – e una foresta artificiale impiantata a partire dal 1928: la foresta di Mercadante. Boschi e foreste esercitano sempre un grande fascino su noi pugliesi. Abituati come siamo a pensare al nostro territorio come arido e assetato. La via Peuceta attraversa solo il primo dei tre boschi di Cassano, e per di più nella tappa successiva.
Noi però abbiamo voluto fare subito una deviazione. Così, per dare ai bambini la possibilità di godersi il fresco e la bellezza della natura. Ci siamo diretti alla foresta di Mercadante, fuori dall’itinerario ufficiale e a circa 7 km dalla città. Si tratta di una deviazione lunga che, per chi percorre a piedi la Peuceta, si presenta impegnativa e forse inutile. Noi però ve la raccontiamo lo stesso, da viandanti anomali quali siamo.
La foresta di Mercadante
È un bosco di conifere nato in seguito a un’operazione di rimboschimento e che oggi comprende ben 1300 ettari. La maggior parte degli esemplari ha fra i 40 e i 60 anni, perché le prime piante sono state spesso distrutte dagli incendi. Ma soprattutto colpisce vedere come pian piano stiano nascendo spontaneamente specie autoctone come roverelle, lecci e querce. Un fenomeno di vera e propria rinaturalizzazione. La foresta è da sempre meta di scampagnate e picnic domenicali, anche se in origine fu impiantata per arginare il fenomeno delle alluvioni sulla Terra di Bari.

Per la gioia dei nostri bambini dietro alcune recinzioni abbiamo scorto daini, oche, una faraona, un gallo e diversi conigli. Ma soprattutto un meraviglioso pavone che ci ha mostrato più volte la sua ruota sebbene stretta in uno spazio per lui troppo angusto. L’area picnic e due punti di ristorazione ci hanno poi offerto la possibilità di una comoda sosta. E una lunga passeggiata nella frescura degli alberi, piacevole anche ad agosto nel solleone.
Conclusioni (provvisorie) mon amour
Non abbiamo potuto concludere la seconda tappa. Un imprevisto ci ha infatti impedito di visitare la città di Cassano e il suo centro storico con le antiche mura e le chiese. Siamo dovuti tornare a casa di corsa rimandando l’ultimo pezzettino del cammino ai prossimi giorni. Perciò vi proponiamo per ora solo delle conclusioni provvisorie in attesa di aggiornare questo stesso articolo: “La via Peuceta: seconda tappa da Bitetto a Cassano delle Murge” con le nostre ultime scoperte.
Ci siamo goduti tanto verde, aria buona, il belvedere. Ma siamo curiosi di scoprire il paese e la sua anima segreta. Aspettateci quindi. La storia continua …
