“La Via dei Sassi da Bari a Matera lungo il Cammino materano”.
Vi piace la narrativa di viaggio? Noi amiamo tutti i libri che con la magia delle parole ci fanno sentire profumi, scrutare orizzonti, scoprire dettagli, toccare consistenze, immaginare colori e suoni. Libri evocativi e poetici, ben lontani dalle guide turistiche nude e crude. Per questo oggi vi proponiamo un racconto di viandanza, lirico e potente. L’affascinante resoconto di un viaggio a piedi da Bari a Matera lungo la Via Peuceta da parte di un camminatore esperto e sensibile, Andrea Mattei. L’autore è un giornalista della Gazzetta dello Sport per cui, fra le altre cose, cura anche un Canale web sull’Arte del Camminare. Sullo stesso tema ha scritto anche “L’arte di fare lo zaino”. Lo conoscete già? Per noi è stata una bella scoperta.
A chi è consigliato questo libro? A chi vorrebbe intraprendere un cammino e sta valutando diversi itinerari: può essere di ispirazione. A chi non se la sente di intraprendere un cammino vero e proprio ma ama viaggiare attraverso la letteratura. A chi conosce la Puglia costiera e modaiola e vuole immergersi in una Puglia diversa. E, infine, a chi come noi ama la provincia e il suo mondo laterale.
Scheda
Titolo: La Via dei Sassi da Bari a Matera lungo il Cammino Materano
Autore: Andrea Mattei
Casa Editrice: Edicicloeditore
Collana: A passo d’uomo
Anno: 2018
Pagine: 206
Prezzo: 15.00 £.
La Via dei Sassi: l’argomento
Andrea Mattei ha percorso la via Peuceta un anno dopo la sua inaugurazione. E l’ha vissuta come fosse un cammino vergine di cui nessuno aveva ancora scritto. In questo libro racconta il viaggio, tappa dopo tappa. Dalla Bari Vecchia dei vicoli tornati a nuova vita dopo un passato oscuro sino alla regina dei sassi che è Matera. Passando per la petrosa Murgia, fra boschi quasi del tutto sconosciuti agli stessi pugliesi e grotte che testimoniano una civiltà antica e perduta. Non è un diario di viaggio in senso stretto ma un’insieme di storie che attingono alla mitologia, al folklore dei luoghi, agli incontri (alcuni proprio bizzarri) fatti lungo la strada.
“Il complesso di Balsignano è un gioiello che non ti aspetti, la prima sorpresa … “ La Murgia è “una Puglia non letteraria, non retorica, del tutto ignorata …” scriveva Tommaso Fiore
La storia di Angelo
Si parte dalla storia di Angelo – archeologo medievista e fondatore del Cammino Materano – che è essa stessa un romanzo dolente e romantico. Storia di precarietà comune alla generazione dei trentenni pugliesi, spesso non giustamente valorizzati dalle Università locali. Storia di un’eccellenza stretta di fronte al bivio: andare o restare? Angelo è rimasto. Tanti invece sono emigrati. Il frutto dei suoi studi e della sua creatività ha fatto nascere, insieme ad altri tre visionari, la via Peuceta e la Cooperativa In Itinere che si occupa della gestione del Cammino Materano. Una strada costruita partendo da antichi tratturi e rotte medievali. Un’idea vincente e al contempo un bell’esempio di resistenza.
Le tappe
Sette tappe raccontate con generosità. Cioè senza lesinare un campionario di profumi, di sapori, di fiori, di erbe. Sette tappe che sono testimonianza di bellezza, ma anche di fatica: quella del viaggiatore tormentato dall’arsura e quella di chi nei millenni ha lavorato una terra assetata. La Puglia difficile delle Murge, della terra calcarea che inghiotte l’acqua e la disperde nei suoi fiumiciattoli sotterranei, così a fondo che neppure i pozzi riescono ad attingerla. Sette tappe che raccontano miti e leggende, briganti sanguinari ma anche santi inventati di sana pianta con spirito goliardico e anarchia casereccia. E poi santuari, masserie, muretti a secco che trovano il loro posto in una narrazione che ti aggancia fino all’ultima pagina. Quando giungiamo a Matera, epifania gloriosa, meta raggiunta.
“E ovunque muri e muretti, non dieci, non venti, ma più, molti di più ….” Tommaso Fiore “L’ulivo affonda le sue radici nella storia millenaria, nella realtà e nella simbologia …”
La via dei sassi: struttura e “tone of voice”
Il libro si compone di nove capitoli: uno introduttivo sulla via Peuceta, sette dedicati alle rispettive tappe del cammino, uno conclusivo che rievoca tutti gli incontri lungo la strada per un saluto e un ringraziamento. Ogni capitolo, poi, si suddivide in agili sottocapitoli dai titoli accattivanti in cui si approfondiscono temi, si richiamano alla memoria dialoghi e incontri, si descrivono dettagliatamente paesaggi e sapori legati alle diverse soste dell’itinerario. Paesi e monumenti rivivono in piccoli cenni, in aneddoti, in citazioni letterarie, si frantumano nella memoria, si dilatano o si rimpiccioliscono, si condensano in un dettaglio, si mescolano a riflessioni e mostrano uno straordinario Amor Loci. Che è forse il tratto distintivo della viandanza e dei viandanti.
La penna di Andrea Mattei è lirica e leggera, ma capace di emozionare e coinvolgere quando racconta dei problemi che i luoghi vivono o hanno vissuto. Per esempio le tragedie senza rumore, senza risonanza mediatica come l’incendio doloso che ha distrutto buona parte del bosco Difesa Grande di Gravina. O il dramma dell’Uomo di Altamura. In questi passi si fa potente e icastica. La via Peuceta nella trama delle sue parole acquista corpo, letterarietà e fascinazione. Assume dignità la grande quercia secolare non meno della Basilica di San Nicola, il bianco muretto a secco come l’imponente profilo di Matera che si staglia in lontananza.
Conclusioni mon amour
La Via dei Sassi da Bari a Matera lungo il Cammino Materano ci ha emozionato. Vi abbiamo ritrovato una Puglia che siamo abituati a dare per scontato e che proprio per questo non conosciamo veramente. È stato bello seguire il filo di questo cammino con gli occhi di Andrea Mattei capaci di stupirsi e di stupirci. Ci è piaciuta la poesia e l’eleganza della sua narrazione, la riflessione dolente, la critica di fronte ai problemi non risolti o non ancora affrontati. La capacità di sorridere e di commuoversi. L’empatia.
Ci incuriosiva vedere come racconta la Puglia chi in Puglia non ci è nato e non ci vive abitualmente. Avevamo bisogno di altri occhi. E l’esperimento ci è piaciuto. Pensiamo infatti che libri come questo facciano bene alla provincia. Perché la raccontano e la svegliano. Ne accrescono l’autostima e la consapevolezza. Perciò ci sentiamo di consigliarlo. Ai viandanti con lo zaino in spalla e a quelli, come noi, che ogni tanto viaggiano anche distesi sul divano. Voto: nove.