Giro d’Italia in 70 picnic a cura di Silvia Ceriegi: la nostra recensione.
Giro d’Italia in 70 picnic a cura di Silvia Ceriegi del Blog Trippando è un’opera corale che intreccia storie personali e memorie a partire dai luoghi più belli in cui fare un picnic in Italia. Un viaggio fra boschi, prati, radure che racconta il bisogno di spensieratezza, il desiderio di aria pura – più vivi che mai dopo il lockdown. Chi di noi, infatti, non ha sentito il bisogno di una gita fuoriporta dopo i lunghi mesi di reclusione? Molti, non appena è stato possibile, hanno colto l’occasione per immergersi nella natura, fra spazi aperti e nessuna possibilità di assembramento.
Noi lo abbiamo fatto spesso e con tanta gioia.
Nel libro si possono scoprire ben 70 destinazioni suggestive di cui si offrono non soltanto le informazioni tecniche (coordinate, indicazioni stradali precise, caratteristiche, attrazioni) ma anche e soprattutto i dettagli capaci di incantare. Di ricreare, cioè, atmosfere bucoliche e impressioniste per una vera colazione sull’erba, d’altri tempi. E vi assicuriamo che basta già la lettura di questa guida a farvi venir voglia di metter mano al cesto d,i riempirlo di leccornie, tovaglie e stoviglie, e partire senza indugio.
Giro d’Italia in 70 picnic poi è per noi un libro importante perché a pagina 77 potrete trovare il nostro piccolo contributo. Uno dei 70 picnic proposti vi condurrà in un luogo a noi caro e di cui vi abbiamo già parlato nell’articolo 5 boschi per fare picnic in Puglia.
Siete curiosi? Continuate a leggere l’articolo per saperne di più.

La nostra recensione
Scheda
Titolo: Giro d’Italia in 70 picnic. Mangiare sull’erba, raccontare storie (*questo Blog è convenzionato con Amazon libri, acquistando il libro da questo link voi non pagherete nulla in più, noi guadagneremo una piccola percentuale)
Autore: Silvia Ceriegi, con il contributo di 55 autori
Casa Editrice: Betti editrice
Collana: I libri di Mompracem
Anno di pubblicazione: 2021
Pagine: 221
Prezzo: 15,00 £
L’argomento
Giro d’Italia in 70 picnic propone un elenco di mete più o meno note (alcune davvero inedite) per fare picnic in Italia. Non si tratta però di una semplice guida di viaggio, perché ogni luogo è accompagnato da un racconto – memoir, riflessioni, storielle – che dà valore alle informazioni sulle aree recensite.
In apertura dell’opera, Silvia Ceriegi ha dedicato alcune pagine alla storia dei picnic, al suo nome (si scrive pic nic o picnic?), all’attrezzatura e a come è cambiata nel tempo, alla fortuna che le foto chic di picnic e colazioni sull’erba hanno sui Social. Ma ciò che più ci è piaciuto di questa agile premessa sono le parole con cui l’autrice racconta come è nato il libro, quale ratio segua l’itinerario e come, in materia di picnic, sia bello soprattutto sperimentare. Anche se a volte significa tornare a casa con le gambe in fiamme per un’insolazione o per un cespuglio di ortica (la seconda è capitata a me, tredicenne poco atletica in cerca di un cespuglio su cui dormire…)
Seguono gli itinerari veri e propri. Due, tre pagine ciascuno. Vere e proprie pillole, anzi caramelle dai sapori assortiti che ti ritrovi ad assaggiare compulsivamente e – nel nostro caso – in disordine. La nostra esperienza di lettura non ha infatti seguito l’ordine proposto, ma uno più “emozionale”. Attratti dalle regioni lontane dai circuiti turistici più noti, abbiamo cercato in primis i luoghi di cui sapevamo meno. Poi quelli più vicini a noi ma sconosciuti, quindi tutti gli altri, lasciandoci ispirare per le prossime gite fuoriporta.
Ognuno però può scegliere l’ordine che preferisce. E qui sta il bello.

Le storie e la geografia emozionale
L’aspetto più originale dell’opera è dato però dalle storie che accompagnano gli itinerari. Riflettono le diverse anime dei 55 autori, blogger, lettori, scrittori. O semplici amanti di gite e paesaggi come noi. Si tratta di sensibilità differenti che toccano corde diverse, scritture che parlano seguendo ciascuna il proprio ritmo. Dalla nostalgia dei ricordi, al vitalismo sensoriale di chi si immerge nei colori e nelle consistenze. Dalla precisione informativa alla suggestione delle domande che guidano i lettori fra tradizioni e curiosità. Lo scopo però è sempre lo stesso: condividere stupore e bellezza inaspettata.
Il taglio narrativo, l’attenzione alle emozioni fa di questo libro un interessante esempio di geografia emozionale, e voi ormai dovreste sapere bene quanto ci affascini questo approccio! Si tratta di un modo di vivere il paesaggio e il viaggio che pone al centro la percezione sensoriale, memoriale ed emotiva. Qui il luogo non è semplicemente uno spazio bello, ma un posto significativo per chi lo vive (nell’esperienza fugace di un giorno così come nella abitudinarietà).
Un luogo può essere esaltato da una musica particolare, da un sapore o un profumo, da letture e da versi (imperdibili, a tal proposito, sono i consigli dispensati da alcuni autori). In questo modo accoglie in sé una rete di ulteriori significati, vibra su frequenze plurime. Perciò nella scheda essenziale di ciascuna meta, fra le cose da portare con sé, molto spesso si consigliano libri, sapori, stati d’animo: un’ attrezzatura non convenzionale, ma capace di rendere speciale la propria esperienza.
Ci piace pensare che durante un picnic ci siano diversi modi di esplorare i dintorni: rivolgendo l’attenzione all’esterno, alla natura nelle sue mille espressioni, oppure all’interno, in se stessi. Contemplando ciò che ci circonda, comodamente distesi, oppure in movimento, binocolo alla mano, a caccia di animali selvatici e uccelli. In ogni caso, sono viaggi che spesso si compiono insieme, contemporaneamente. Che ci riconnettono al paesaggio e ci danno benessere profondo.
E noi, come abbiamo contribuito a questo libro? Continuate a leggere.
Il nostro contributo: “Il nome ufficiale è Bosco Selva”
Il nome ufficiale è Bosco Selva è il titolo del brevissimo racconto con cui io, Anna, ho partecipato all’iniziativa. Il racconto vi porta nella nostra Puglia e più in particolare alle porte di Alberobello, capitale dei trulli, Patrimonio Unesco. In un paese molto noto al turismo nazionale e internazionale, sempre affollato e in certi periodi davvero caotico, il boschetto dei picnic costituisce invece un’oasi di pace e di spazio libero. Percorso da numerosi sentieri, ricco di fauna selvatica, si trova sulla rotta della via Ellenica (uno degli itinerari del Cammino Materano). È inoltre il posto ideale per “rallentare”, per trovare frescura nelle torride estati pugliesi. Vi sembra poco?
Per noi il boschetto di Alberobello è un luogo del cuore, come vi raccontiamo nel Giro d’Italia. Non vi sveliamo perché, ma vi invitiamo a leggerlo … solo se non avete paura dei fantasmi, mi raccomando.
Conclusioni mon amour
Giro d’Italia in 70 picnic – Silvia Ceriegi. Lo diciamo subito. Siamo sfacciatamente di parte in questa recensione, ma troviamo che l’iniziativa sia stata originale e utile. Ne abbiamo apprezzato la regia di fondo ma anche la coralità, la collaborazione fra anime diverse. È un’opera che recupera tutta la leggerezza che avevamo perso nei mesi più difficili della pandemia. Ci regala l’Italia in una veste insolita – frizzante e franca – percorsa da una gigantesca tovaglia a quadretti. Bella nei suoi paesaggi, di verde e d’azzurro, fra le ombre dei boschi e i campi assolati. Bella nella sua variegata topografia. Dal Matese ai laghi alpini, dalle isole alle coste. Fra briganti e fantasmi, uccelli di macchia e vegetazione d’ogni tipo.
Lo spirito di Provincia Mon Amour – viaggio nell’Italia di provincia – si risveglia di fronte a libri concepiti così. E quindi, siamo certi che ci lasceremo ispirare da questi 70 luoghi, spremendo ogni weekend di sole per iniziare il nostro giro. E a voi piace l’idea di raccontare un vostro picnic?
Se vi va, potete condividere qui sotto, nei commenti, la vostra esperienza.
